di padre Claudio Rajola
Il Vangelo di questa domenica si lega strettamente con quanto stiamo vivendo in questo tempo di prova, di dolore, di fatica, di solitudine.
Tutti stiamo chiedendo a Dio di intervenire e in tanti in questi giorni stanno ponendo la domanda che sempre in momenti di dolore tutti o quasi si pongono:
«Dove sei Dio? Dove stai in tutto questo? Perché non fai nulla?».
Anche Marta e Maria dicono a Gesù la stessa cosa: «Se tu fossi stato qui…» e forse è quello che noi stiamo ripetendo «se tu fossi stato qui…» e nel pianto di Marta ritroviamo il pianto di tanti che in questi giorni stanno piangendo per la morte di tante persone care, per la fame;
e nella solitudine di Maria ritroviamo la solitudine di tante persone che si ritrovano sole in casa, all’ospedale e nei tanti luoghi della vita.
Proprio questi momenti rivelano le immagini di Dio distorte che spesso abitano ciascuno di noi, in fondo ognuno di noi si porta dentro immagini varie di Dio e proprio queste molte volte determinano il nostro rapporto con lui e la fatica di vivere la fede in modo autentico.
Emerge l’immagine di un Dio vendicativo, di un Dio che manda malattie perché ci convertiamo, perché cambiamo vita.
Questa è un’immagine falsa di Dio, non è possibile pensare né tantomeno pregare un Dio vendicatore e punitivo. Queste immagini sono incapaci di dare senso alla sofferenza e al dolore. In queste immagini il male viene fatto derivare da Dio e dalla sua volontà. E allora quando emergono in noi queste immagini, abbiamo bisogno di tornare ai Vangeli e lasciare che il Signore ci parli.
Quello che scopriremo dall’attenta e profonda contemplazione del Vangelo e del Volto misericordioso di Dio è che il senso della mia e altrui sofferenza, del mio dolore e di quello del mondo sta nell’assunzione della progettualità stessa di Dio, il quale lotta contro il male, si oppone al male perché la vita continui, si apra a nuovi orizzonti.
Questo è quello che Gesù fa con Lazzaro, si oppone al male e dice «Lasciatelo andare», cioè lasciatelo andare verso nuovi orizzonti di vita.
E Dio è invocato come Liberatore, anche nel Padre Nostro noi chiediamo «liberaci dal male» e la liberazione di Gesù è una liberazione totale.
La liberazione che il Signore offre ai suoi amici non significa che non avremo difficoltà, non significa essere esclusi dalla morte. La liberazione dal male è qualcosa di più profondo, è l’eliminazione della causa profonda del male che «è l’opposizione a Dio», quindi essere Liberi da…
Ma c’è un secondo livello di liberazione ed è essere Liberi per…sono stato liberato da qualcosa che mi tiene prigioniero, ma adesso che sono libero cosa me ne faccio della mia libertà?
Il valore della libertà è legato al fine per cui siamo liberi. E libero è colui che può fare quello che deve fare… in questo deve è presente ciò che ci accomuna tutti AMARE…siamo chiamati ad essere liberi per amare… ognuno nella forma, nei modi e nella concretezza della propria vita.
In questi giorni di sofferenza possiamo chiederci: «Come posso continuare ad amare nonostante questo male?» e ricordiamoci che l’amore si mette più nei fatti che nelle parole.